Il paravento materico che trae spunto dal mondo della pietra

Dopo il marmo e la seta, la creativa veronese Palmalisa Zantedeschi presenta un separé in pietra acquamarina e carta giapponese

La collezione di paraventi materici di Palmalisa Zantedeschi trae spunto dal mondo della pietra, e diventa un sussurro appena accennato che si sposa con altre forme naturali quali la seta, la carta, annullandone i limiti materiali, una sorta di conciliazione fra gli opposti. Dopo “Tiepolo”, in marmo e seta di Venezia, nasce “Untitled”, in pietra e carta giapponese.

“Untitled” è composto da tre materie: fondo in carta nera, pietra acquamarina trasparente, in una cornice con bordo a massello in ottone brunito; tutto è rigorosamente fatto a mano.

Palmalisa continua a rivisitare il concetto di paravento in chiave contemporanea con l’uso della pietra in abbinamento a materiali naturali. La funzionalità del paravento spazia per l’artista dall’intento di separare spazi, all’essere elemento di decoro appoggiato o appeso.

Con Palmalisa il paravento mantiene la sua funzione di oggetto di uso quotidiano ma assume una valenza artistica e poetica, che porta ad interpretare la pietra come un prodotto della Terra, quindi vivo. Per Palmalisa la materia è viva, è emozione, è empatia, ha un’anima. Viva, oltre che nella bellezza (nel rapporto colore e dimensioni); la pietra attraverso i suoi colori e le lavorazioni, può condurre a percepire l’Incanto.

Ad un’attenta osservazione la pietra rivela i molteplici aspetti della sua natura, apparentemente dura, solida, pesante, in realtà essendo un materiale vivo, si esprime attraverso molteplici declinazioni fino a diventare quasi impalpabile come la seta, e come la carta. Commoventi sono gli incontri con il mondo giapponese antico cui guardo con rispetto e ammirazione per la capacità innata di sintesi: vedere la bellezza attraverso il gesto che contiene il mondo intero mi riempie di gioia

Palmalisa, creativa del marmo
error: Contenuto protetto da Copyright.