La fase costruttiva del nuovo Campus di Architettura del Politecnico

Dall’idea originale di Renzo Piano, il progetto di Ottavio Di Blasi valorizza un’architettura non in competizione con il passato

Il cantiere per la realizzazione del nuovo Campus di Architettura del Politecnico di Milano è partito ad agosto 2018. Concluse le demolizioni, ha ora inizio la fase costruttiva. Sull’onda della trasformazione urbana, ed economica, che sta riconfigurando la fisionomia del capoluogo lombardo, anche il prestigioso ateneo punta sulla riqualificazione architettonica per potenziare un’offerta didattica sempre più internazionale e in crescita.

Il planning, un ensamble di nuovi edifici e di recupero della memoria storica, vede la staffetta tra Renzo Piano, ideatore del progetto, e Ottavio Di Blasi, sviluppatore di preliminare e fase esecutiva definitiva. Per un risultato che sarà un polo universitario aperto alla città, studiato per interagire con tutti i suoi fruitori, non solo con chi è strettamente coinvolto nelle attività pedagogiche, e che aggiunge oltre 800 posti studio a quelli esistenti. 

L’area interessata, in Città Studi, è quella degli spazi di via Bonardi, radicalmente riorganizzati nella forma e nella funzione da un’idea e con la partecipazione di Renzo Piano, alumnus dell’ateneo, il cui progetto architettonico, donato al Politecnico di Milano, nella fase preliminare e definitiva è sviluppato da OTTAVIO DI BLASI & Partners, con la sovrintendenza ed esecuzione dello stesso Ottavio Di Blasi.

Nell’ambito di un’eredità fatta di edifici da salvaguardare e altri da rinnovare interamente, l’operazione – sotto la supervisione di Ottavio di Blasi – prevede la demolizione di alcuni volumi secondari, a favore di costruzioni di nuova realizzazione altamente performanti, e la ristrutturazione di elementi storici esistenti, tra cui quelli disegnati da Gio Ponti e Vittoriano Viganò, anche attraverso l’ammodernamento e l’implementazione impiantistica. 

Preservare la memoria è una condizione necessaria per Di Blasi, soprattutto alla luce della scoperta, in fase di preparazione lavori, di alcune parti sino ad ora non visibili nell’edificio Trifoglio, in particolare, un grande soffitto cassettonato in cemento gettato con cassero a perdere che sarà restaurato. Orgoglio della comunità politecnica, lo storico Trifoglio di Gio Ponti sarà interamente rivisto in ogni sua parte, con il rifacimento della scala e di tutte le aule, con arredo cablato per complessivi 2000 posti,ad eccezione di una di cui sarà preservata la testimonianza storica. 

Si tratta di un’architettura che non intende competere con il passato ma, anzi, vuole essere rispettosa il più possibile di un patrimonio prezioso. Gio Ponti amava le ceramiche, che noi affianchiamo a materiali contemporanei

Ottavio Di Blasi, Ottavio Di Blasi & Partners
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